Pagine

mercoledì 29 aprile 2015

To roll the dice.

  [Il destinatario della Cortex mail è sempre lo stesso, il nome segnato con le iniziali.]

Old man.

Non ti scrivo da molto. Chissenefrega, tu dirai.
Forse ho perso la speranza di riuscire a mandarti questo stupido pacco di stupide mail.
Cazzo, sei anni e mi decido ora ad avere i rimorsi di coscienza. Buddha maledetto, che cretina che sono.
Se mi vuoi mandare a fanculo hai pure ragione, eh. Non mi arrabbio. Cioè, non mi arrabbio più di quanto faccio di solito.
E va bene, mi incazzerò come una bestia ma l'unica che dovrò incolpare di queste stronzate che ho fatto sono io.


Per la miseria, è che non credevo ci sarei stata male. Credevo di poter scappare per sempre. Credevo di essermela costruita bene, l'armatura.
Ah, porca puttana. Mi mancate.
Mi manchi tu.
Ho corso anni in lungo e in largo per il Verse, e poi alla fine mi sono resa conto di non essermi mai mossa realmente. Tutto è lì, nella testa, e come si scappa da quelle cose?

Cazzo, che fregatura.
Hai presente quegli holofilm idioti che mi facevi vedere, quelle storie dell'orrore che ancora adesso mi fanno venire i brividi, ma per lo schifo della sceneggiatura?
Hai presente quando la bionda svampita di turno, per salvarsi, si chiude nella stanza con il Tremendo Assassino munito di Strumento Appuntito e Pericoloso?
Ecco, come livello di intelligenza io sono a quello della bionda svampita. Mi sono chiusa da sola nella mia testa e credo di star strillando da un pochino.

Non ho illusioni che tu sia sano di mente, però mi piacerebbe poterti raccontare tutte le cose che mi succedono.
Ogni tanto salvo pure il culo alle persone piuttosto che prenderlo a calci, pensa te. Poresti addirittura meravigliarti.

Ti giuro, provo a fare la brava anche sul piano personale. E davvero tu non hai idea di quanto mi prudano le mani, ultimamente.

Zoey ha lasciato Capital City. Te ne ho parlato, la CEO che assomiglia ad una fottutissima scimmia è andata verso il suo lietissimo fine a Corona, ad annoiarsi a morte in mezzo a gente con pali nel culo grossi come heavy cruisers, con maritino e figlio.
A pensarci mi viene un pochino di nausea, e credo mangerò cose non zuccherate per il prossimo secolo, forse anche due.
Mi manca.

Ora c'è un'altra CEO, una tipa importante. Declan Khan: non so tantissimo di lei, a parte che è un genio e che possiede un gatto gigante e viola.
Sul serio, gigante e viola. Un peccato che non l'abbia visto direttamente, ma la fonte è piuttosto affidabile.
Non ho avuto ancora il tempo di capire che tipo sia, ma chiunque abbia il coraggio di tenersi in casa una roba del genere un po' fuori di testa deve essere per forza.
Oppure fuori di testa lo era chi mi ha raccontato questa stronzata: è una cosa che devo ancora verificare.

Lee ancora non mi risponde nè mi contatta. Ogni giorno passo di fronte al messaggio che mi ha scritto sul muro, lo vedo anche dalla finestra della stanza da letto, stramaledettissimi cuoricini con tanto di amore. Quella stronza.
Ho pure provato a cancellarlo, ma non veniva via e la gente del condominio pensava stessi impazzendo.
Spero che, ovunque sia, abbia trovato un posto in cui essere felice. Tutto, basta che non mi lasci  più messaggi minatori sulla porta della mia camera di un'astronave o che faccia graffiti passivo-aggressivi con quel maledetto stile che la caratterizzava.
Chissà, magari è morta in un fosso e io non lo saprò mai, controllerò il cortex per anni sperando si faccia viva.
E' questo che provi tu?

Sto divagando e mi ero ripromessa di non farlo. Non era di questo che ti volevo parlare.

E' che sono stanca di fare sempre la mia strada da sola. Non vedo dove mi porterà, è come se fosse un sentiero immerso nel fottuto nulla.
Non so da dove partita e non vedo la destinazione. Forse un burrone, lì cadrò e mi romperò tutte le ossa.

Mi piacerebbe sentire di nuovo la tua voce, e quella della Vecchiaccia e della famiglia. Mi sento come quella pianta che ti avevano regalato per il compleanno, quella a cui hai mozzato per sbaglio tutte le radici con quel pollice assassino che ti ritrovi, e che si seccò a metà.

Ho una paura fottuta, Old man. Paura di avervi lasciato tutti troppo presto, di essere scappata invano, eppure so di non poter tornare: tra di noi c'è una distanza siderale, e non parlo di parsec.
Io sono quella che ha mollato.
Quella che è scappata, la stronza che l'odio se lo merita pure, perchè ha lasciato suo padre in una stanza dell'ospedale psichiatrico e ha preso la prima nave per non si sa dove.

Come posso tornare indietro, ora che sto riuscendo a rimettere insieme i pezzetti, ora che sto prendendo fiato?
E' stressante non sapere che fare.

Lo sai, ho incontrato un vero psicopatico. Ti chiederai che cazzo c'entra, ma fidati, ha senso con il discorso.
A dire la verità, ci lavoro pure insieme. E' lui che mi fa prudere le mani.
Vorrei prenderlo a botte fin quando non è così conciato male da dover mangiare brodini di dado per mesi.
Peccato però non poterlo fare, perchè ci tengo a mantenere il mio lavoro. Per inciso, chiunque abbia inventato quella boiata totale del Posto Felice nella Mente andrebbe ficcato nella tazza di qualche cesso... a testa in giù.

Non ti vorrei parlare di questo tizio perchè mi fa venire la pelle d'oca e la pressione alta, però anche io che sono cretina riesco a vedere quanto abbia assorbito chissà quale merda, quanto sia fuori dai mondi conosciuti, e quanto soprattutto schifi tutti.
Forse schifa la gente più di me. Però sa sorridere, anche se è inquietante.
Te l'ho detto, è folle sul serio.
Basta sentirlo parlare del Rim, se tu avessi la fortuna di ascoltare un mezzo suo discorso credo mi daresti il permesso in pompa magna di passargli sopra con una ruspa.

Che dici, rischio di diventare anche io così, alla lunga?
Oppure che so, tipo una gattara come la signora Finnick, quella del primo piano che ossessiona i randagi di quartiere e se ne va in giro alle cinque del mattino strillando quimiciomicio?

Stronza lo sarò sempre, ma che fine farò?
Che fine fa la testa quando ci sono troppe ragnatele? Quanto è lontano il mio burrone?
Oppure finirò semplicemente per perdermi o ficcarmi un colpo in testa così, per smetterla di pensare, per far cessare questa fila di pensieri che si prendono a botte per emergere?
Che ti è successo, dove sei? Stai bene? Mi hai perdonato? Siete sereni?

La sai una bella cosa?
Vaffanculo. Mi sono stancata.
Forse la serenità non la guadagnerò, ma ora basta. Basta.

       [I messaggi precedenti che portano lo stesso mittente vengono allegati ad una sola mail.]
            [La mail viene inviata dopo circa un'ora. Di risposte, tuttavia, nemmeno l'ombra.]






Nessun commento:

Posta un commento